lunedì 22 aprile 2013

Rubrica "Motomondiale, Giovani talenti": Marc Marquez, il bambino prodigio

E' nata una stella. Marc Marquez ha solo 20 anni ma dopo le prime due gare del motomondiale fa già impazzire tutti. Il giovane spagnolo piace, piace per il suo sorriso sempre presente, piace per la sua umiltà e semplicità, piace sopratutto per la sua guida. Una guida incredibile, aggressiva ed estrema che non fa assolutamente rimpiangere quella di Stoner. Vedere Marquez correre è un assoluta delizia per gli occhi: come aggredisce i cordoli, come si attacca al freno in staccata, come piega, come si butta per sorpassare in posti dove nessuno oserebbe. Se potesse, si farebbe montare una saponetta anche sul casco oltre che sulle ginocchia per piegare ancora di più e strisciare la testa sull'asfalto. Certo, sono passate solo due gare, ma il giovane spagnolo ha dimostrato una maturità incredibile. Il talento



era agli occhi di tutti, anche se forse non a questi livelli, ma si pensava che al suo primo anno di MotoGP avesse qualche difficoltà a manovrare un mezzo così più pesante ed impegnativo della Moto2, e che difficilmente sarebbe riuscito a restare in piedi durante la gara. Invece già dai primissimi test Marquez ha domato la Honda come nessun altro, come se guidasse quel mezzo da decine di anni. Con la maturità di un veterano ed il talento che ricorda il primissimo Rossi, il pilota HRC si è messo alle spalle il compagno Pedrosa nelle prime due gare ed ha dato chilometri di distacco, ad Austin, a piloti come Lorenzo e Rossi. 




Come detto, Marquez non sta assolutamente facendo rimpiangere Stoner non solo in pista ma anche fuori: all'altezzoso e scontroso australiano, che viveva in solitaria durante il week-end di gara, si contrappone l'allegro e spiritoso spagnolo, che non vede l'ora arrivi il mercoledì di gara per portare a cena fuori i meccanici, offrire da bere e passare giornate in compagnia in quella che lui la definisce la sua seconda famiglia. Figlio di una commessa ed un operaio, Marquez si sta godendo ciò che la natura gli ha dato, apprezzando il mondo che lo ha portato fuori dalla miseria con un umiltà fuori dal comune; praticamente l'opposto di Stoner, il quale dopo essersi arricchito con questo sport ha pensato bene di sputarci dentro, definendolo un ambiente malsano. Il presuntuoso Stoner pensava di essere il più forte di tutti, ed invece ora è arrivato un ragazzino terribile che sta facendo molto

meglio dell'australiano a soli 20 anni: Marquez è velocissimo sul giro proprio come il suo predecessore, ma al contrario di Stoner è un pilota che sa sorpassare alla grande e sa rimontare anche partendo dal gruppo come dimostrato in Qatar, oltre ad essere uno che cade pochissimo a differenza dell'australiano. Stoner era un fenomeno in qualifica ed in gara quando era in testa, ma diventava un buon pilota quando si trovava in bagarre ed era costretto a superare, gestire la gara in modo intelligente; non si ricordano da lui sorpassi degni di nota o rimonte epocali, al massimo si ricordano rimonte ai suoi danni dato che il bicampione del mondo divorava le gomme come pochi e non era in grado di gestire la gara. Marquez invece ha veramente tutto, alla sua prima stagione nella classe regina è già in grado di fare corsa di testa e saper gestire una gara, studiando l'avversario per poi passarlo al momento giusto e tenendolo dietro grazie ad una guida estremamente spettacolare ma non troppo aggressiva con gli pneumatici. Lo stile dello spagnolo è unico, non si è forse mai visto un modo di guidare così: è davvero impressionante il modo in cui Marquez stacca, entra in curva ad una velocità incredibile, divora il cordolo ed esce in piena accelerazione senza problemi. 



I numeri del pilota Honda fanno impressione: dopo due anni di apprendistato in 125 con una modestissima KTM, lo spagnolo si è laureato campione del mondo con la Derbi nel 2010 a 17 anni per poi fare il salto in Moto2 in sella alla Suter. Qui all'anno di esordio si dimostra il pilota più forte ma in campionato arriva solo secondo a causa della caduta nelle libere in Malesia che lo costringe a saltare le ultime due gare del mondiale, che va a Bradl. Nel 2012 però non c'è storia e Marquez domina dalla prima all'ultima gara vincendo il titolo con 56 punti di vantaggio su Espargaro. I numeri dello spagnolo dal 2010 al 2012 hanno dell'incredibile: 26 vittorie (e 28 pole position) in 51 gare, con ben 37 podi e soli 8 ritiri più le due gare non disputate per infortunio. Pensate che nelle gare portate a termine, ovvero 41, per sole quattro volte Marquez non è salito sul podio e solo una volta questo è accaduto negli ultimi due anni, con il quinto posto al Mugello nel 2012; insomma, numeri mai visti prima.



Chissà se il giovane fenomeno riuscirà a vincere il mondiale al suo esordio nella classe regina, forse alla lunga la mancanza di esperienza peserà, ma la certezza è che il motociclismo ha trovato un nuovo fenomeno per il prossimo decennio. Con lui, insieme alla presenza di fenomeni come Lorenzo e Rossi senza scordare Pedrosa, siamo sicuramente in uno dei periodi più floridi ed entusiasmanti della storia del motomondiale, con piloti di

straordinario livello a giocarsi la vittoria finale. E bisogna sottolineare come la Spagna ormai da anni continui a sfornare fenomeni a partire dalla Moto3 (ex 125) fino alla MotoGP: Lorenzo e Marquez sono sicuramente i due giovani piloti più forti del secolo e sono destinati a fare la storia, in Moto2 abbiamo tre spagnoli (Terol, Rabat ed Espargaro) a giocarsi il mondiale mentre in Moto3 addirittura le prime tre posizioni sono occupate da centauri iberici con Rinis, Salom e Vinales racchiusi in un solo punto che hanno già fatto il vuoto dietro di loro.

- Pinolo

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