mercoledì 3 aprile 2013

Il caso Is Arenas

Alla fine ha vinto la Prefettura, il Cagliari Calcio ha definitivamente rinunciato allo Stadio Is Arenas ed ora si trova nuovamente a vagabondare per l'Italia alla ricerca di una casa che lo ospiti. E' un vero peccato che si sia arrivati a questo in primis per
l'immagine del calcio italiano che ne esce ulteriormente sporcata, come se non bastasse il fatto che l'arretratezza dei nostri stadi è diventata ormai la barzelletta d'Europa. Spagna, Inghilterra e Germania dispongono di strutture all'avanguardia di proprietà dei club i quali si occupano interamente della manutenzione e della sicurezza degli stadi che sono pensati e progettati per dare ogni comfort possibile al tifoso, con il risultato che in Italia serve la tessera del tifoso, i tifosi ospiti devono aspettare almeno un'ora prima di uscire dallo stadio e gli scontri sono all'ordine del giorno. All'estero invece, gli stadi sono sempre più simili a dei teatri dove le famiglie vanno a godersi lo spettacolo e ne approfittano per passare una domenica insieme. Detto ciò, è un vero peccato che la questione tra il Cagliari e il Prefetto sia finita così perché lo stadio di Is Arenas è davvero un gioiellino: situato a Quartu Sant'Elena, è l'unico stadio della Sardegna di Categoria 3 (su 4 classi in cui la quarta è quella d'elite) secondo la classificazione UEFA ed in grado quindi di ospitare manifestazioni
internazionali. Il Cagliari alla fine della scorsa stagione sottoscrisse un accordo con il Comune per lo sfruttamento triennale dell'impianto dopo l'abbandono dell fatiscente ed inutilizzabile Sant'Elia. Il Presidente del Cagliari Cellino si mosse subito in prima persona per i lavori di ristrutturazione dell'Is Arenas in modo da renderlo agibile entro l'inizio del campionato: ciò ha permesso il suo utilizzo nel match del 2 settembre contro l'Atalanta, seppur a porte chiuse per via dei cantieri ancora aperti, per poi arrivare alla totale apertura il 26 novembre nella partita contro il Napoli, nella quale ha fatto registrare quasi il tutto esaurito con soli 500 posti rimasti vuoti sui 16.500 disponibili. Is Arenas è davvero una bella struttura, tribune piccole ma raccolte intorno al campo di gioco per creare un'atmosfera calda ed accogliente grazie anche alla massima limitazione delle barriere, comunque presenti, ed alla vicinanza delle tribune al terreno quasi come lo Juventus Stadium (7,5 metri nel punto più vicino). Lo stadio è costruito interamente in acciaio, per quanto riguarda la tribuna centrale, e in strutture prefabbricate Dalmine di proprietà della società per quanto riguarda la tribuna distinti e le curve. Questi prefabbricati garantiscono la massima sicurezza ed allo stesso tempo fanno dell'Is Arenas un impianto smontabile e facilmente amovibile e dunque temporaneo per i 3 anni di concessione, in attesa di farlo diventare la casa definitiva del Cagliari. Inoltre, lo stadio si avvicina molto agli standard dello stadio moderno imposti dallo Juventus Stadium con un punto di ristoro interno con cucina, 11 Sky Box in tribuna centrale per ospitare VIP e aziende, un maxischermo e quattro torri faro omologate dall'UEFA necessarie per ottenere la classificazione in Categoria 3. 

Ma allora qual'è il problema? Nessuno sa dare una risposta, neanche il Prefetto di Cagliari il quale con una lettera al quotidiano "L'Unione Sarda" da le sue motivazioni che sembrano più figlie di una burocrazia ai limiti del grottesco piuttosto che frutto di convinzioni reali sull'agibilità dello stadio (la lettera del prefetto).
Se l'Is Arenas non fosse davvero agibile, allora dovrebbe esserlo sempre e non solo per determinate partite che vengono scelte dal Prefetto in base a motivazioni per nulla chiare: le prime due partite di campionato il Cagliari le ha giocate a porte chiuse, anzi ne ha giocata solo una dato che quella con la Roma non è stata mai disputata; nelle successive tre l'accesso allo stadio è stato concesso solo ai tifosi fidelizzati e già questa è una scelta incomprensibile dato che se la struttura dello

stadio mette a rischio la sicurezza dei tifosi allora questo vale anche per i tifosi con la tessera, i quali non sono di certo immuni ad eventuali mancanze delle tribune solo per la loro posizione di tesserati; dopo aver giocato quattro match a porte aperte e tutto sembrava risolto, contro la Juventus il Cagliari è stata costretta a giocare sul campo neutro di Parma a causa dei repentini cambi di umore del sindaco di Quartu Mauro Contini, il quale prima dichiara l'inagibilità per non si sa quale motivo dello stadio e poi, resosi conto della sciocchezza fatta, torna sui suoi passi in maniera però troppo tardiva per poter cambiare la sede dell'incontro; dopo altre tre partite casalinghe a porte aperte la squadra sarda è stata costretta è giocare le ultime due a porte chiuse per nuova inagibilità. Ma perché? Perché il 14 febbraio il presidente del Cagliari Massimo Cellino e il sindaco Contini vengono arrestati insieme all'assessore allo sport di Quartu Stefano Liliu con l'accusa di peculato e falso ideologico nell'ambito dell'inchiesta della procura di Cagliari sui lavori di adeguamento dello stadio. Senza entrare nel merito delle colpe e dei reati perpetrati dai soggetti in questione, la cosa interessante è che a questo punto lo stadio non può più ottenere deroghe per l'utilizzo dell'impianto e non potrà essere agibile fino al termine dei lavori previsti. Ah, ma allora il problema non è la sicurezza dei tifosi, il problema è esclusivamente politico: cosa interessa al Prefetto se Cellino, Contini e Liliu sono stati arrestati? Cosa interessa al Prefetto se lo stadio è stato momentaneamente messo in regola con fondi destinati ad altri lavori? Il Prefetto deve interessarsi solo ed esclusivamente della sicurezza dell'impianto per valutare se sia in grado di ospitare 16.500 persone. Ora, se secondo lui l'Is Arenas era perfettamente in grado di accogliere tutta questa gente senza alcun pericolo per la loro incolumità nel periodo tra Novembre e Febbraio, perché mai dopo questi arresti lo stadio non è più agibile? Qual'è il nesso causale che lega i reati di peculato e falso ideologico con la dichiarazione di agibilità di un impianto sportivo? E perché se i lavori temporanei per l'agibilità dello stadio sono terminati ad inizio Settembre, questo è stato dichiarato idoneo in tutti i suoi posti a sedere per partite a porte aperte solo dal 26 Novembre? Guarda caso, tre giorni dopo l'apertura totale sono stati arrestati, per gli stessi reati
I tifosi del Cagliari davanti alla finestra
del carcere che ospita Cellino
già citati, i dirigenti del comune di Quartu Sant'Elena Gessa e Masala; si stava forse aspettando questo per aprire lo stadio a tutti i tifosi o è solo un'incredibile coincidenza? Stessa coincidenza per la quale dopo l'arresto di Cellino lo stadio, dopo quattro mesi di agibilità totale nei quali non ha dato nessun problema di ordine pubblico ed incolumità degli spettatori, è diventato di nuovo inagibile? La sensazione è che i giochi di potere in ballo siano purtroppo più importanti di un campionato regolare e sopratutto di migliaia di tifosi che chiedono solo di potersi godere una domenica allo stadio a guardare la propria squadra, e che invece sono costretti ad accalcarsi fuori i cancelli di Is Arenas per cercare di scorgere un pezzetto di partita. Alla fine, tra questioni politiche e giochi di potere, quelli che ci rimettono sul serio sono loro e da ora non potranno neanche più tifare la loro squadra da fuori lo stadio dato che il Cagliari ha disdetto con il comune lo sfruttamento dell'impianto ed è pronto a migrare, per le ultime partite di campionato, verso Trieste o Rieti. Il problema però è che la soluzione, in vista della prossima stagione, sembra lontana anni luce dato che in Sardegna non esistono più stadi idonei ad ospitare partite di Serie A.


- Pinolo

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