l'immagine del calcio italiano che ne esce ulteriormente sporcata, come se non bastasse il fatto che l'arretratezza dei nostri stadi è diventata ormai la barzelletta d'Europa. Spagna, Inghilterra e Germania dispongono di strutture all'avanguardia di proprietà dei club i quali si occupano interamente della manutenzione e della sicurezza degli stadi che sono pensati e progettati per dare ogni comfort possibile al tifoso, con il risultato che in Italia serve la tessera del tifoso, i tifosi ospiti devono aspettare almeno un'ora prima di uscire dallo stadio e gli scontri sono all'ordine del giorno. All'estero invece, gli stadi sono sempre più simili a dei teatri dove le famiglie vanno a godersi lo spettacolo e ne approfittano per passare una domenica insieme. Detto ciò, è un vero peccato che la questione tra il Cagliari e il Prefetto sia finita così perché lo stadio di Is Arenas è davvero un gioiellino: situato a Quartu Sant'Elena, è l'unico stadio della Sardegna di Categoria 3 (su 4 classi in cui la quarta è quella d'elite) secondo la classificazione UEFA ed in grado quindi di ospitare manifestazioni
Ma allora qual'è il problema? Nessuno sa dare una risposta, neanche il Prefetto di Cagliari il quale con una lettera al quotidiano "L'Unione Sarda" da le sue motivazioni che sembrano più figlie di una burocrazia ai limiti del grottesco piuttosto che frutto di convinzioni reali sull'agibilità dello stadio (la lettera del prefetto).
Se l'Is Arenas non fosse davvero agibile, allora dovrebbe esserlo sempre e non solo per determinate partite che vengono scelte dal Prefetto in base a motivazioni per nulla chiare: le prime due partite di campionato il Cagliari le ha giocate a porte chiuse, anzi ne ha giocata solo una dato che quella con la Roma non è stata mai disputata; nelle successive tre l'accesso allo stadio è stato concesso solo ai tifosi fidelizzati e già questa è una scelta incomprensibile dato che se la struttura dello
I tifosi del Cagliari davanti alla finestra del carcere che ospita Cellino |
- Pinolo
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