giovedì 4 aprile 2013

Aspettando la MotoGP

Mancano ormai pochissime ore all'inizio del Motomondiale, che partirà come consuetudine in Qatar. Ci si aspetta un mondiale molto avvincente con quattro piloti a giocarsi la vittoria finale e tutti gli altri a giocarsi le posizioni dalla quinta in giù. Queste almeno sono le premesse iniziali, dato che i team ufficiali di Honda e Yamaha dispongono di moto nettamente superiori alle concorrenti, guidate dai migliori piloti del lotto. Jorge
Yamaha Factory Team
Lorenzo è il campione del mondo in carica ed è ormai una certezza dato che a soli 25 anni ha già vinto due titoli nella classe regina negli ultimi tre anni, intervallati dalla vittoria di Stoner. Pedrosa è stanco di essere etichettato come eterno secondo ed è alla ricerca del tanto agognato titolo che non è mai riuscito a raggiungere, prima per immaturità e poi per un'incredibile serie sfortunata di infortuni. E' vero che lo spagnolo è abbastanza fragile e vulnerabile alle cadute, data anche la struttura esile, ma è anche vero che il suo talento non si discute e nell'ultima stagione ha dimostrato di saper tenere testa a Stoner e Lorenzo. Il giovanissimo Marc Marquez (20 anni) è un talento purissimo che da tre anni domina le categorie inferiori e alla prima su una "vera" moto ha stupito tutti gli addetti ai lavori per la sua velocità e la sua facilità nel manovrare un mezzo molto più impegnativo di quelli che corrono in Moto3 e Moto2. Poi ovviamente c'è Valentino Rossi: il pilota di Tavullia non ha certo bisogno di presentazioni e vuole riscattare i due
pessimi anni in Ducati cercando di vincere il suo decimo titolo mondiale e di superare Lorenzo nelle gerarchie. Nei test pre-stagionali ha dimostrato che il biennio di vacanza che si è concesso non lo ha arrugginito facendo segnare tempi di pochissimi decimi più lenti rispetto al compagno di squadra. L'impressione comunque è che la HRC, aldilà dei piloti, sia ancora la moto più competitiva per il terzo anno di fila ma la Yamaha dispone sicuramente di piloti migliori per storia e risultati che possono compensare il gap tra le due scuderie, come fece Lorenzo lo scorso anno.


A proposito di Ducati, il team di Borgo Panigale sembra essere destinato ad un altro anno di Purgatorio: nei test non si sono avuti miglioramenti rispetto alla scorsa stagione e il duo Hayden-Dovizioso dovrà davvero mettercela tutta per cercare di stare nei primi sei della classifica, posto che le prime quattro posizioni sono già assegnate. E' davvero incredibile come una
scuderia come la Ducati, mentre tutte le altre migliorano gradualmente di anno in anno, non riesca a mettere in piedi una moto neanche lontanamente competitiva da diversi anni a questa parte, senza scordarsi che quella con cui Stoner vinse il mondiale non era per niente veloce, basti guardare i risultati di Melandri che è senza dubbio un ottimo pilota; la scarsa competitività della rossa veniva compensata dal talento di Stoner e da gomme Bridgestone che facevano una notevole differenza rispetto alle avversarie gommate Michelin. Forse in Ducati-Audi dovrebbero farsi un esame di coscienza e pensare che sarebbe il caso di prendere la moto, rottamarla e ricominciare un progetto da zero, invece di intestardirsi a mettere in pista un mezzo che ha i soliti problemi che ormai sanno anche i muri solo perché bisogna rispettare la tradizione Ducati nella costruzione della moto. E' vero che il marchio Ducati ha costruito la sua storia proprio sulla diversità dei propri prodotti stradali, ma se per rispettare questa diversità tecnica si è costretti a combattere con le CRT per pochi punti allora questa diventa una vera umiliazione per tutto il marchio. E' sostanzialmente inutile prendere piloti forti come fossero figurine per poi progettare la moto secondo le proprie assurde convinzioni piuttosto che ascoltare le esigenze di chi quelle moto le deve guidare; a che serve prendere il miglior pilota sviluppatore in circolazione per poi costruire la moto chiusi nel proprio bunker senza ascoltare i consigli di nessuno?


La Ducati deve stare molto attenta e rischia grosse figuracce quest'anno, perché tra le scuderie che si giocheranno i primi posti dietro i top 4 ce ne sono alcune che hanno fatto notevoli passi in avanti. In particolare, la Yamaha clienti del team Tech 3 ha confermato nei test gli eccellenti
Yamaha Tech 3
risultati dello scorso anno e si candida come prima outsider per il podio dopo HRC e Yamaha ufficiale. Perso Dovizioso, al suo posto è arrivato Bradley Smith dalla Moto2: il pilota inglese dopo ottime annate in 125 non si è confermato nella categoria intermedia con un settimo e un nono posto e c'è molto scetticismo intorno a lui. Assume un ruolo ancora più centrale quindi Cal Crutchlow, che l'anno scorso si giocava regolarmente il quarto posto con Dovizioso dietro il trio Stoner-Pedrosa-Lorenzo perdendo spesso la lotta con l'italiano. In Tech 3 comunque si punta molto sul britannico e il due team ufficiali devono seriamente guardarsi alle spalle da questa Yamaha clienti che se l'anno scorso faceva spesso una gara a sè con i suoi due piloti, lontani dai primi tre quanto dal sesto, quest'anno sembra ancora migliorata e può insediarsi tra HRC e Yamaha ufficiale. Altro
Ducati Pramac
team a cui guardare con interesse è il team Pramac dotato di moto Ducati. Lo scorso anno la Ducati clienti si è mostrata non di rado più veloce di quella ufficiale grazie ad un assetto più elastico e quest'anno il team italiano può contare su un pilota di grande talento ed esperienza come Ben Spies, scaricato a metà stagione dalla Yamaha lo scorso anno ma che ha dimostrato tutte le sue doti nei due anni precedenti dopo la vittoria mondiale in Superbike. Al suo fianco ci sarà la speranza del movimento italiano Andrea Iannone, che dopo tre anni di apprendistato in Moto2 in cui paradossalmente ha fatto molto meglio che in 125, con tre terzi posti di fila nel mondiale e 8 vittorie, è pronto al grande salto nella classe regina. Leggermente più indietro sembra il team del nostro Fausto Gresini, che dopo la morte di Simoncelli ha disputato una stagione abbastanza anonima dovuta anche al cambio di moto: dalla moto ufficiale per il Sic e quella clienti per Bautista si è passati alla moto clienti per lo spagnolo e la CRT per l'anonimo Bryan Staring, pilota australiano che vanta la bellezza di una gara in 125 (29° in Australia nel 2004), una nel mondiale Supersport (22° a Dogninton nel 2008), e quattro in Superbike grazie alle wild card concessogli nel 2011 e nel 2012 che gli hanno permesso
Honda Gresini
di partecipare a Gara1 e Gara2 in Australia, nelle quali ha raccolto 7 punti. La politica di Gresini è senza dubbio quella di contenimento dei costi e sviluppo di un mezzo nuovo come la CRT ma con questo andazzo c'è davvero il rischio di veder sparire nelle retrovie della classifica un team storico che nella prima metà del decennio è stato l'unica alternativa al dominio di Valentino Rossi ed ha annoverato tra i suoi piloti campioni come Gibernau, Edwards, Melandri e Simoncelli. A completare il quadro, oltre le CRT, c'è il campione 2011 della Moto2 Stefan Bradl con la Honda clienti del team LCR che ha disputato un ottima stagione lo scorso anno, concluso con l'ottavo posto in classifica frutto di un quarto posto, tre quinti posti ed altri ottimi piazzamenti sempre nella top ten, con soli tre ritiri.


Per quanto riguarda il regolamento, fa il suo esordio la cosiddetta patente a punti per i piloti che dovranno stare molto attenti in gara: al termine del week-end la Direzione di Gara si riserva la possibilità di assegnare ai centauri che si sono resi protagonisti di episodi negativi, come incidenti per colpe evidenti che hanno messo in pericolo l'incolumità altrui o anche semplici insulti ai Marshal, delle penalizzazioni con punteggio variante da 1 a 10. Questi punti di penalità non saranno detratti dalla classifica mondiale ma si accumulano durante l'arco dell'anno e raggiunte delle soglie determinate scattano le sanzioni: con 4 punti di penalità il pilota in questione partirà dall'ultimo posto nella gara successiva, con 7 partirà dalla pit-lane e con 10 sarà squalificato non per quel GP ma per quello che verrà. Altra grande novità regolamentare riguarda le qualifiche, totalmente rivoluzionate. Le sessioni di prove libere diventano quattro (due il venerdì e due il sabato) e saranno determinanti per la griglia di partenza, in quanto solo i 10 più veloci delle libere si andranno a giocare la pole nella Qualifica2 mentre i rimanenti si giocheranno i posti in griglia nella Qualifica1. I due più veloci della Qualifica1 inoltre si aggiungeranno ai 10 più veloci delle prove libere e saranno quindi 12 i piloti a giocarsi le prime 12 posizioni nella Qualifica2; la Q1 durerà soli 15 minuti, 10 minuti in meno della Q2. Dal punto di vista tecnico, da quest'anno sono banditi i cerchioni in carbonio composito ed i piloti avranno a disposizione per ogni Gran Premio una gomma posteriore in più mentre non sarà più presente la gomma morbida per l'anteriore.


Appuntamento quindi per le prime prove libere alle 19 di questa sera in Qatar, unico appuntamento del mondiale dove il week-end di gara inizia il giovedì analogamente al GP di Assen il quale però si corre il Sabato.



- Pinolo


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