lunedì 25 marzo 2013

Ferrari: adesso basta

Il ritiro di Alonso
"Adesso basta". Sono probabilmente queste le prime parole venute in mente a molti tifosi della Ferrari svegliatisi presto anche di domenica per assistere a questo spettacolo pietoso:
lo spettacolo di un pilota che da tre anni spingiamo con il nostro tifo verso il titolo mondiale, andare dritto nella sabbia dopo soli due giri con un pezzo di metallo sotto la carrozzeria. No, così non va per niente bene. Si è detto molto in questi anni riguardo la gestione tecnico-tattica della Ferrari, che in più di un'occasione ha lasciato a desiderare: scelte strategiche clamorosamente sbagliate, scelta dei piloti discutibile (non parlo di Alonso ovviamente), monoposto progettate quasi casualmente, e chi più ne ha più ne metta.


Stefano Domenicali
Siamo ormai al sesto anno della gestione Domenicali, insediatosi alla Ferrari nel 2008 dopo gli anni di dominio firmati Brawn-Todt, e il bilancio non può assolutamente essere positivo: 1 titolo costruttori, proprio nel 2008, seguito da cinque anni di sofferenza e sconfitte. Non era sicuramente facile dare continuità ad un progetto privo di un pilota come Schumacher e di menti come il duo sopracitato, e non era facile ottenere gli stessi risultati, anzi era quasi impossibile. Senza soffermarci sui clamorosi errori - ora strategici, ora tecnici - che hanno privato Maranello di almeno due titoli piloti negli ultimi tre anni, è quantomeno doveroso sottolineare come il motto "sbagliando si impara" sia totalmente sconosciuto all'interno della Scuderia Ferrari.


Alonso durante il primo giro
Quest'anno Fernando Alonso, uno dei migliori piloti della storia di questo sport, ha finalmente a disposizione una macchina competitiva; niente gallerie del vento sballate, niente soluzioni conservative contro gli azzardi degli avversari, niente di tutto questo. Il pacchetto monoposto-pilota della Ferrari è forse il migliore del circus: sull'abilità di Alonso si è già detto, mentre per quanto riguarda l'auto sembra che sia in grado di conquistare almeno la seconda fila in qualifica con regolarità (l'anno scorso era un miraggio) per poi dimostrarsi la migliore in assoluto sul passo gara. E allora cosa può scippare lo spagnolo non dico di un titolo già dopo due gare, ma almeno del titolo di favorito per la vittoria finale? La risposta sta nel primo giro di gara: Alonso tocca Vettel e danneggia seriamente l'alettone anteriore, che rimane attaccato per miracolo e sembra potersi staccare da un momento all'altro; lo spagnolo difende la posizione come un leone e guida come se niente fosse, ma è evidente agli occhi di chiunque abbia un minimo di concezione della fisica che a quelle velocità è pura follia pensare di poter proseguire. Quanto potrà reggere l'auto in quelle condizioni, due giri al massimo? Bene, ci vogliono almeno 5-6 giri per far asciugare il tracciato e risparmiare quindi un pit-stop; e dunque? Dunque bisogna rientrare subito e limitare i danni. E invece no. Una scelta che penso non abbia eguali nella storia della F1, pretendere di far proseguire un pilota per altri 20 km almeno con l'auto seriamente danneggiata. Partendo dal presupposto che con tutta probabilità sarebbe stata sventolata la bandiera nera con cerchio arancione ad Alonso, che sta a significare l'obbligo di rientrare ai box perché le condizioni della monoposto possono essere lesive dell'incolumità degli altri piloti, se proprio si voleva fare un azzardo si poteva provare a mettere le gomme slick per risparmiare comunque un pit-stop, sarebbe stato un grosso rischio ma di certo inferiore a quello corso. Ma con la vettura così competitiva come non era da anni non c'era alcun bisogno di correre un rischio così grande. Certo, sicuramente il podio sarebbe comunque sfumato, ma con tutta probabilità Alonso avrebbe avuto la possibilità di racimolare quei 5-6-8 punti che alla fine della fiera si rivelano sempre fondamentali; ricordo che Alonso, con 8 punti in più in carriera nelle stagioni giuste, ora avrebbe 3 titoli mondiali in più.


La Ferrari distrutta da Alonso a Monaco 2010
Fare una scelta del genere è dunque pura follia e dimostra due cose: che la gestione della gara all'interno del team è ampiamente insufficiente da anni e che Alonso rischia di vedersi sfumare un altro mondiale per la sua presuntuosità. Nel 2010 lo spagnolo perse il mondiale per 4 punti, punti che sicuramente avrebbe potuto conquistare nel GP di Monaco nel quale aveva ampiamente dimostrato, durante tutte le prove del giovedì, di essere il più veloce; che bisogno c'era di voler dare un ulteriore dimostrazione di forza negli ultimi minuti delle ultime prove libere del sabato in un circuito dove si corre a pochissimi centimetri dai muri? Il risultato fu un telaio danneggiato e inutilizzabile per le qualifiche ufficiali, con conseguente partenza dall'ultimo posto in gara in un circuito dove non si sorpassa neanche un doppiato. Andiamo avanti, mondiale 2012 perso per 3 punti: qui Alonso è stato decisamente sfortunato, ha fatto una prima parte di stagione pazzesca con un'auto che non si muoveva neanche a spinta ed è stato privato di almeno 30 punti nelle gare di Spa e Suzuka a causa delle due Lotus che lo hanno letteralmente fatto fuori. Però, che bisogno c'era nel GP del Canada di farsi mezza gara con le gomme super soft? Qui la gestione della gara è stata clamorosa: Alonso si trova in testa dopo la girandola dei pit-stop e sente l'odore della vittoria, ma ha un pit-stop in meno. Prova ad arrivare fino in fondo con le gomme super soft e lo stesso tentativo lo fa Vettel; le gomme però iniziano a usurarsi inesorabilmente e la vittoria diventa un miraggio per entrambi, ed è qui che si decide il mondiale: la Red Bull si rende conto dell'errore e fa rientrare il proprio pilota per montare gomme nuove e limitare i danni, la Ferrari spera in un miracolo che non può accadere e lascia il proprio pilota in pista. Risultato: Alonso che ha provato a vincere la gara in condizioni impossibili arriva quinto, Vettel che ha cercato di limitare i danni arriva quarto.


Ora, lungi da me criticare Alonso che reputo un pilota incredibile, le colpe sono sopratutto di chi impone certe scelte. Però lo spagnolo dovrebbe rendersi conto dopo quattro anni che la gestione della gara non è esattamente il punto forte del team e imporre le proprie scelte; perché allora parlo di presuntuosità? Perché sembra proprio che le scelte della scuderia siano condivise dal pilota, e quindi anche la scelta di restare in pista con una lastra di metallo che ti balla sul muso. E la cosa peggiore è sentire Alonso dire che è stata solo sfortuna; no qui non ci sto: sei uno dei piloti migliori del mondo, sei consapevole di questo, e se vai a muro dopo due giri dici che sei stato sfortunato? Passi per il tamponamento che è un incidente di gara, ma il resto è stato tutto sbagliato da parte tua e del team, come a Monaco 2010 e come in Canada nel 2012. I piani alti della Ferrari devono dire basta a questa direzione tecnica non all'altezza e Alonso deve farsi un bagno di umiltà, se vuole avere ancora qualche speranza di vincere il mondiale.

- Pinolo


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